Di Brindisi: per statuto non siamo in competizione con le associazioni di categoria «Basta rimarcare le criticità, così si rende poco appetibile il territorio ferrarese»
Si apre un anno carico di incognite, soprattutto per quanto riguarda lo sviluppo economico del tessuto imprenditoriale, duramente provato da un 2020 da dimenticare. Il presidente della Sipro, Stefano di Brindisi fa il punto della situazione. A metà dicembre Sipro ha dato vita al Tavolo dell’Imprenditoria, che oltre ai vostri soci vede la presenza delle associazioni di categoria.
In che tempi si aspetta un riscontro e per quale tipologia di progetti?
«Il Tavolo è stato convocato appositamente per la programmazione dei fondi europei in un quadro pluriennale e ha l’obiettivo di identificare progettualità strategiche sulla base di una disponibilità di risorse. È un’occasione da non perdere per individuare percorsi condivisi e soprattutto attuabili, per traghettare risorse nel ferrarese. Impone anche un cambio di mentalità da parte di tutti. La pandemia ha colpito e livellato tutti i settori commerciali e imprenditoriali. Il nostro ruolo, come amo ribadire, è esclusivamente tecnico. Il confronto serve per uscire dal guado. Non ha senso ripetere continuamente i numeri negativi, li conosciamo. Alle “sottrazioni’ bisogna reagire con soluzioni. Non si può si può essere esclusivamente portavoce della propria bandiera, il tema è globale. Un secondo incontro sarà a gennaio, confido entreremo nella fase operativa».
Come si guarda al 2021, come si “misurerà” lo sviluppo?
«Certamente è cambiato il concetto. Sviluppo, oggi, può anche significare presidiare, supportare, conservare l’esistente, guardando contemporaneamente in prospettiva, che rimane attirare investitori dall’estero, essere pronti nel post pandemia. Oggi però è necessario fare sintesi, non solo invocarla. Sipro, come Agenzia per lo Sviluppo, tra i cui soci ci sono Camera di Commercio, Comuni, Holding e alcune banche, ha uno sguardo complessivo. Bisogna intercettare bandi le cui ricadute siano per tutti. Personalmente, come ho già avuto modo di affermare, vorrei che, pur nella crisi, riservassimo al nostro territorio parole meno impattanti. Continuare a rimarcarne le fragilità e definirlo “fanalino di coda”, cosa che avviene da decenni, non lo rende appetibile per chi volesse insediarsi. Bisogna fare tutti due passi indietro per fare un salto in più. Serve coesione e andare oltre la discussione sui ristori».
Sipro si caratterizza anche per i numerosi progetti legati al turismo europeo.
Un fronte su cui il 2021 c’è ancora incertezza. Come vi muoverete?
«È del 23 dicembre il bando pubblicato da Comune di Ferrara per i contributi a fondo perduto per gli operatori del settore turistico, che gestiamo noi. In generale continueremo ad intercettare bandi europei, come negli anni passati, che insisteranno certamente di più sulla sicurezza, intesa come distanziamento, su cui ci siamo già misurati. Il turismo è un fronte su cui si deve ancora capire come ripartire, ma lo si farà. Magari in maniera non aritmetica ma geometrica ».
Sipro è stata spesso vista con certa ostilità dalle associazioni di categoria, quasi vi fosse una competizione. Cosa è cambiato?
«Non c’è mai stata nessuna competizione, proprio per statuto, mission, realtà. Come la convocazione del tavolo dell’imprenditoria conferma, io voglio guardare al futuro, inaugurando nuove prassi di concreata collaborazione. E chissà che il Tavolo non diventi un modello da sfruttare anche in futuro»